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Cavalleria rusticana

Opera

Cavalleria rusticana

PIETRO MASCAGNI

Lo sguardo e la prospettiva visiva si allargano in Cavalleria rusticana. La piazza, lo spazio sacro e la luce rappresentano rispettivamente la società, la famiglia religiosa e i valori morali. Tre ordini ascendenti scanditi dagli effetti di due delle tre virtù teologali che compaiono sulla scena: a sinistra la Carità e a destra la Fede. La Fede evoca la fedeltà e la Carità evoca l'amore, inteso come passione cieca. La ricerca della verità, il dubbio del tradimento e l'incertezza dell'esistenza umana sono concetti che si annidano nelle pieghe dei velluti e nella tela della “Deposizione”, quest'ultima desunta dalla tradizione pasquale palermitana, e insieme attendono l'azione scenica della revelatio, in cui la macchina scenica barocca, nella retorica della meraviglia, restituisce da un lato un'immagine apologetica della Chiesa che incensa se stessa, dall'altro evoca il tentativo umano di dare una forma concreta al mistero della Resurrezione, estetizzando l'invisibile con l'esclusivo obiettivo di dominare una comunità contadina attraverso il potere manipolante e manipolato dell'immagine divina.

Direttore Daniele Agiman

Regia Gianmaria Aliverta

Scene Francesco Bondì

Costumi Sara Marcucci

Luci Elisabetta Campanelli

Teatro Goldoni Livorno - Teatro Coccia Novara - Teatro Sociale Rovigo

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